L'EDUCAZIONE AMBIENTALE A SCUOLA

Brunella Balestrazzi

Parlare di educazione ambientale in una scuola media superiore sembra a volte obsoleto, inutile perché la vera educazione al rispetto dell'ambiente circostante sarebbe già stata completata nei cicli di scuola inferiori. Ma vediamo che spesso proprio le nostre classi quinte sono le meno rispettose delle aule, e sono un esempio negativo per i "primini".
È fondamentale negli obiettivi formativi comuni di tutte le discipline un richiamo al rispetto di sé e dell'altro, al rispetto dell'ambiente scolastico...
L'istituto in cui insegno non è un liceo, ma un istituto tecnico, perciò costituzionalmente più attento ai problemi e alle innovazioni continue di una tecnica che evolve. La scuola inoltre forma tecnici, già in grado quindi di inserirsi nel mondo del lavoro come quadri intermedi, capaci di collaborare in modo autonomo in una realtà di laboratorio o di produzione. A questi livelli le decisioni da prendere che riguardano l'ambiente sono quotidiane.
La realtà del nostro mondo inoltre è evidente a tutti, le emergenze ambientali sono all'ordine del giorno, e spesso chi deve affrontare i problemi nel rispetto delle nuove direttive ambientali comunitarie sono proprio i periti tecnici specializzati. Nel 1996, quando ho cominciato questo tipo di attività, erano diminuite le iscrizioni a chimica, ed io mi chiedevo perché, visto che i periti chimici sono appunto i diplomati più qualificati per diventare "tecnici dell'ambiente".
Ora ritengo indispensabile una consapevolezza profonda e comune non solo a tutti i periti, ma a tutte le persone adulte, dei pericoli "ambientali" insiti nelle decisioni da prendere in ogni attività umana.
L'educazione ambientale è perciò indispensabile all'educazione del cittadino, che deve sapere come le sue scelte possano migliorare o danneggiare la qualità dell'ambiente intorno a lui.
Le obiezioni possono essere molteplici, a partire dal fatto che se soltanto poche persone si impegnano a non sporcare e a non consumare più del dovuto, a non creare rifiuti inutili, ma tutti gli altri non lo fanno ciò serve a ben poco.
Eppure nei giovani c'è la consapevolezza che è ora di partire, di iniziare qualcosa di nuovo per dare la possibilità a chi vivrà dopo di noi di trovare ancora un ambiente "vivibile", e non un'immensa discarica, una terra impoverita e distrutta, senza più la notevole diversità di specie ancora oggi presente.
La strada che abbiamo scelto non è che una delle tante possibili. Con una classe particolarmente collaborativa abbiamo affrontato il tema: "II rifiuto: problema o risorsa?" producendo una ricerca scritta e alcuni cartelloni che abbiamo esposto a scuola, a fine anno. Dall'anno successivo alcuni colleghi hanno dimostrato la loro disponibilità a collaborare e abbiamo organizzato un'attività più complessa, in cui valorizzare anche alcune esperienze di educazione ambientale già in atto, come il progetto elettrosmog del comparto elettronico, utilizzando le ore dell'area di progetto per far lavorare i ragazzi su queste tematiche. È nata poi la mostra:" II Fermi per l'ambiente" con diversi titoli: "fermiamoci a pensare" in cui si ricordava Bhopal e il premio nobel Linus Pauling e l'anno successivo: "non dobbiamo stare Fermi", in cui alcune classi hanno ricordato con ricerche e cartelloni le realtà di Seveso e di Chernobyl, dopo 30 e 20 anni. Da quattro anni 4 classi quarte effettuano un'uscita al Cimone per visitare l'Osservatorio del clima e dell'atmosfera G. Vittori, gestito dall'ISAC−CNR di Bologna., per affrontare poi problematiche relative ai cambiamenti climatici e agli inquinanti atmosferici e gruppi di studenti collaborano con ARPA per "biomonitorare" il territorio di Modena tramite licheni epifiti e con il Comune di Modena nel Progetto del CEAS l'Olmo: "L'ora d'aria". Per tre anni si è collaborato con gli Amici dei Musei di Modena col progetto: "Monumenti modenesi e inquinamento" che ha portato alla pubblicazione di due libri ed un filmato di notevole qualità. Queste attività hanno portato anche alla partecipazione a diversi concorsi e alla vincita per quattro anni consecutivi del premio M.Rippa dell'Editore Zanichelli − Bovolenta, nel 2004 del premio Green Chemistry e della segnalazione nel 2005 di un elaborato della scuola alla RAI, che ha prodotto un filmato sulla scuola.
Si è costituito due anni fa l'"Ecocomitato" del FERMI, gruppo di studenti, genitori e insegnanti, con la collaborazione del dirigente scolastico e del dirigente amministrativo, che ha il compito di monitorare lo "stato ambientale" della scuola e suggerire e portare avanti concretamente iniziative per migliorare la sostenibilità dell'istituto.
La Provincia di Modena ci ha invitato a partecipare al Progetto di certificazione ambientale denominato "Ecoprofìt", in cui la nostra scuola si è assunta impegni concreti, a partire da una politica ambientale inserita stabilmente nel POF. L'anno scorso si è organizzata la prima "biciclettata" della scuola, con 70 ragazzi che hanno pedalato sulla ciclabile fino a Vignola insieme ad una decina di insegnanti.
Lavorare con i ragazzi ai temi della sostenibilità ambientale, dell'agenda 21, degli inquinanti in atmosfera, nelle acque, nel suolo dà la possibilità di interagire con gli studenti in modo diverso, operando non solo su intelligenze logico − linguistiche, ma anche sulla creatività, la collaborazione nei gruppi, sull'intuizione, rendendo gli studenti più responsabili del loro stesso processo di apprendimento. La possibilità di mostrare agli altri i lavori svolti crea interazioni tra studenti di età diverse, con i grandi che "insegnano" ai minori di età in scambi di interessi e competenze.
Quanto emerso poi dalle ricerche e approfondimenti compiuti si dovrebbe gradualmente assimilare nel lavoro scolastico quotidiano, con i dovuti limiti: non si può lavorare sempre in gruppi o per tematiche di interesse, ci sono contenuti da rendere comuni a tutti. È inoltre indubbio che tanti colleghi affrontavano già tematiche ambientali nel loro lavoro con gli studenti, ma dare visibilità a queste iniziative serve a rinforzare negli studenti la consapevolezza dei problemi ambientali e la capacità di prendersi delle piccole ma importanti responsabilità a questo riguardo.