L'EDUCAZIONE ALLA SALUTE
Giordano Riccò
(responsabile Cic)
Sono arrivato al Fermi nell'anno scolastico 1989/90 e dopo aver insegnato Religione e Lettere al serale, dall'anno scolastico 1991/92 sono responsabile dei C.I.C. (Centro di Informazione e Consulenza). Ciò che subito mi ha colpito è stato il clima della scuola: gli studenti sono molto liberi, ma responsabilizzati attraverso il confronto e un'educazione volta non a reprimere o a punire, bensì a creare nei ragazzi una mentalità critica.
Gli alunni, trovandosi a loro agio, sono stimolati a capire e ad accettare i loro errori, a esprimere liberamente quello che provano e le motivazioni delle loro azioni, assumendosi le proprie responsabilità. Nella libertà, non possono chiaramente fare "quello che vogliono", ma sono coscienti che, pur nella critica o nella condanna dei loro atteggiamenti negativi da parte degli insegnanti o del preside, generalmente non c'è giudizio. Cosi di solito rivelano anche le proprie scorrettezza.
Il clima della scuola, già buono perché gli studenti parlano facilmente con il preside e con molti docenti, è decisamente migliorato con l'apertura dei C.I.C. (la prima scuola a Modena e tra le prime in Italia), sostenuto dall'Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia del periodo: Benito Secchi.
Il Centro si è posto subito come punto di riferimento per gli studenti, per i professori e anche per i genitori; opera per mantenere e migliorare quel clima positivo e di collaborazione fra preside, docenti e studenti che caratterizza il Fermi e che permette di ottenere risultati migliori, anche sul piano della didattica e del profitto, oltre a svolgere la funzione di prevenzione dell'abbandono e della dispersione scolastica (peraltro fenomeni assai modesti nel nostro istituto: chi cambia scuola, il più delle volte, ne ha nostalgia).
In questi anni il Centro è diventato parte integrante della vita scolastica, riuscendo a migliorare i rapporti con gli insegnanti che prestano maggiore attenzione alle condizioni umano−psicologiche degli studenti. Si lavora anche insieme per le attività extra−curricolari da svolgere nella scuola, coinvolgendo i ragazzi stessi nella realizzazione di tali iniziative.
- Le aree di intervento del Centro sono:
problemi personali e relazionali che si manifestano nel disagio scolastico: il responsabile offre la propria disponibilità ad ascoltare e comprendere empaticamente il vissuto dello studente, contribuendo a fargli dominare l'ansia e i sentimenti di sfiducia e insicurezza che pregiudicano la possibilità di una modifica positiva dell'esperienza scolastica.
Il colloquio sostiene e stimola il ragazzo affinché possa autonomamente risolvere i suoi problemi anche personali, inserendosi in modo più soddisfacente nella scuola.
Il colloquio individuale è attività importante per gli studenti, in relazione anche alle funzioni e alla capacità dei responsabile a cui è stato affidato il C.I.C. risponde ai bisogni e alle necessità crescenti degli adolescenti di essere ascoltati e compresi, di confrontarsi per diventare protagonisti della risoluzione dei loro problemi scolastici e non, e di raggiungere autonomia.
- problemi di apprendimento: nella fase iniziale vengono svolti alcuni colloqui, all'interno dei quali si può verificare l'opportunità di proporre un test di efficienza dello studio.
Sulla base della "diagnosi", che si cerca di elaborare insieme al ragazzo, vengono forniti suggerimenti metodologici. Infatti oltre ai problemi personali, anche solo quelli tipicamente scolastici possono creare la fatica dello studio.
- orientamento scolastico e professionale per gli studenti del biennio e delle classi terminali e per quelli a rischio di abbandono.
- proposte e coordinamento per la realizzazione delle attività di Educazione alla salute.
È importante questa esperienza perché permette ai ragazzi di essere protagonisti; é giusto infatti lasciare spazi agli alunni affinché essi, stando bene a scuola in cui trascorrono gran parte delle loro giornate, imparino a conoscersi meglio per migliorare la qualità del rapporto con loro stessi e con gli altri, attraverso il confronto che chiede loro di parlare della propria vita, delle proprie esperienze e dei problemi.
Sono singolarmente stimolati a maturare sul piano affettivo, relazionale e sociale superando l'indifferenza, a potenziare la capacità di prendere decisioni coscienti nei riguardi del proprio benessere sociale, personale e familiare.
Così questa scuola, oltre all'insegnamento delle varie discipline didattiche, aiuta il giovane a formarsi per integrarsi in modo armonioso nella vita e nella società, al fine di parteciparvi in modo responsabile e produttivo.