DALLE STELLE ALLE PERSONE

Milena Nicolini
(insegnante)

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Sono entrata al Fermi nel Settembre 1972, fresca di laurea e presuntuosa di lode. Ed ho scoperto subito che per l'insegnamento tutto era ancora da imparare; devo ringraziare i bellissimi lunghi undici anni di corso serale se ho messo a punto qualche competenza didattica, devo ringraziare soprattutto il rapporto franco e aperto con i lavoratori−studenti che mi hanno insegnato a far scendere dalle stelle alle "persone" dietro i banchi la cultura.

Studente


Devo poi ringraziare la speciale giovane curiosità degli studenti del corso diurno, la loro frenetica vitalità e anche le loro tante domande inespresse se ho continuato a studiare e a modificarmi per tentare di essere un'educatrice oltre che una "prof.". Molto devo ai colleghi che ho incontrato e con cui ho avuto la fortuna di collaborare con continuità: sono stati e sono sollecitanti compagni di ricerca, di studio; sono anche cari amici. Molto devo certamente anche ad una direzione della scuola aperta, attenta, stimolante.
L'attivitą teatrale della scuola − dell'Ultima Fermata −, che dal 1994 approda allo Storchi nell'ambito della rassegna Teatro di classe e che coordino con il prof. lvan Andreoli, mi ha permesso di incontrarmi con gli studenti in un modo ancora nuovo ed entusiasmante: lavorare insieme, provare, cercare, soffrire, avere paura e poi − finora! − gioire insieme, alla pari, del risultato raggiunto, è certamente un'esperienza unica che spero di continuare a lungo. Ho visto giovani capaci di trovare in sé un senso di responsabilità profondo e inaspettate energie e insospettate capacità, ho visto ragazzi timidi o anche balbuzienti affrontare con sicurezza il pubblico, ho visto voci ed anime affinarsi fino ad una ricchezza sorprendente; devo ammettere che il merito è soprattutto del teatro: un'attività che mette in gioco tutta la persona, che costringe a pensare, capire, a conoscersi, che educa ad una interazione, una collaborazione strettissima con gli altri.
Posso dire, ora, che sono stata e sono felice della mia scuola, sinceramente convinta che certe esperienze umane e didattiche e culturali sono state possibili proprio per la sua specificità, forse davvero unica. Mi piace, ad esempio, qualche sera, passare per l'atrio e vedere tutto quel via−vai di studenti serali, di persone che frequentano i mille corsi proposti, la palestra o la sala Bernardi.
È una scuola viva dalla mattina alla mezzanotte, aperta alla città, capace di proporre e di dare cultura. Anche se tanto può essere ancora fatto, io credo però che sia una scuola già aperta al futuro.