ANNI '90

Arnaldo Losi
(insegnante)

Il compito in classe di Elettrotecnica per una classe terza del corso di Elettronica è sempre stato, e probabilmente continua ad esserlo, un momento di sofferenza e tensione.
Per un certo numero di studenti, forse, sarebbe meglio prendere un bel quattro senza dover subire le due pesantissime ore della prova scritta. L'insegnante, che per esperienza conosce la situazione, se vuole ottenere risultati il meno possibile influenzati da questo pesante clima, deve cercare in qualche modo di stemperare l'ambiente in aula, durante la prova. E a volte sono proprio gli studenti che, involontariamente, si prestano, loro malgrado, a far da "spalla" all'insegnante−attore. Dicembre, inizio anni '90. La 3F, alla prima ora di una fredda mattina, si appresta a sostenere la seconda prova scritta di Elettrotecnica sui teoremi per risolvere le reti elettriche. L'insegnante sono io ed ovviamente so che i miei ragazzi hanno foglietti e bigliettini nascosti ovunque, schemi disegnati sulla gomma o incisi sul fondo della calcolatrice e come ad ogni prova individuale li avviso che se scopro questo o quello ritirerò il compito e poi piazzerò un bel quattro sul registro: "Ora io mi giro e voi togliete tutti i foglietti e cancellate tutti gli schemi, anche se non sono vostri dal banco, dal muro, dalla sedia, dalla suola delle scarpe ecc....... Appena mi giro, arriva il solito rumore di carte, sedie e banchi che si spostano per farmi contento ed anche per nascondere meglio i biglietti da qualche parte, che non ho elencato nel discorso minatorio. Consegno le fotocopie, con il testo della prova. Si inizia. C'è chi impreca perché non ricorda questa o quella formula e chi, prendendosi la testa fra le mani, finge di pensare o forse pensa per davvero. Nel complesso tutto sembra procedere per il meglio. La disposizione dei banchi a macchia di leopardo, coniata pił tardi dal prof. Viola, già allora evitava le copiature più sfacciate. Dopo il solito giro tra i banchi, pił per abitudine, che per controllare, mi siedo e mi appresto a leggere qualcosa.