VENIVANO DA ROMA

Pietro Guerzoni
(primo preside dell'istituto)

Parlare del Fermi in una sola pagina mi è difficile: sono tante le cose che avrei da dire che mi ci vorrebbe un libro intero, comunque provo a stare dentro lo spazio concessomi.
Il mio primo ricordo del Fermi risale al Novembre del 1957 quando la scuola nacque; avevo saputo di questa nuova scuola, voluta dall'Amministrazione Provinciale, e avevo fatto domanda di insegnamento. L'intervento della Provincia si era reso necessario e opportuno dal mancato accoglimento di circa 70 domande di iscrizione da parte dell'istituto Corni.
Mi chiamò Rubes Triva, vicepresidente e assessore all'istruzione della Provincia e mi disse che mi incaricava di fare il preside della scuola, oltre che l'insegnante.
Mi trovai così a condurre una scuola di sole tre classi (tre prime) ma che ogni anno cresceva di altre tre. Ogni anno dovevamo chiedere il riconoscimento legale delle nuove classi; cosi per cinque anni, ed era una specie d'esame, per alunni, insegnanti e preside.
Venivano da Roma ispettori poco ben disposti verso questa scuola, gestita da un'amministrazione di sinistra e quindi poco ben vista dal Governo. Comunque gli esami furono superati e i riconoscimenti legali concessi; il Fermi nel frattempo era arrivato a venti classi.
La sede, o meglio le sedi, erano varie. Quella principale era l'ex ONMI di via Barozzi, ma avevamo aule e laboratori anche presso il San Filippo Neri e in via Nazario Sauro. Poi nel 1964 arrivò la nuova sede, quella attuale, e tutto diventò più facile.
Nel 1968 affrontammo i problemi e le tensioni poste dal Movimento Studentesco e la difficile transizione da una scuola autoritaria e chiusa ad una scuola più aperta e democratica. Per il Fermi non fu facile perché centinaia di studenti di altre scuole vennero ad occupare la nostra scuola per evitare gli sgomberi forzati della polizia che temevano sarebbero avvenuti nella loro scuola d'origine; così al Fermi occupato stazionavano quasi duemila studenti.
Rimasi preside fino al 1970; il clima politico era cambiato, non più di guerra fredda.
Come conclusione di questo ricordo non posso non mettere in risalto due cose. La prima, la serietà degli studi che al Fermi sono sempre stati fatti; i giovani uscivano (ed escono) molto preparati. La seconda è il contributo che il Fermi, con questi giovani preparati, ha dato allo sviluppo dell'economia modenese.

L'intuizione della Provincia e di Triva in quel lontano Novembre 1957 fu veramente felice, quella scuola che a Modena mancava era necessaria; ci voleva e fu fatta: e fu ottima cosa.
Auguri Fermi.