UNA FAVOLA 0... UNA VITA

Pietro Bertolasi
(insegnante, diplomato a.s.1963)

C'era una volta, nel lontano 1958, un ragazzino quattordicenne. Era di corporatura esile, ma vivace e con una grande passione per il gioco del calcio. Superato l'esame di terza media, doveva scegliere a quale scuola superiore iscriversi.
Dato che aveva riportato ottime valutazioni in ogni materia, i suoi genitori lo lasciarono completamente libero di scegliersi la strada successiva. Il ragazzino senti casualmente parlare, da parte di alcuni suoi amici, di un istituto nato l'anno prima, nel quale si studiava la chimica.
Il nome chimica colpì immediatamente la sua fantasia perché, benché non sapesse con chiarezza di che cosa si trattasse, lo fece pensare agli esperimenti di laboratorio, alla possibilità di divertirsi sperimentando in pratica le cose che avrebbe dovuto studiare. Prese un minimo di informazioni e decise di iscriversi a quella scuola, che allora si chiamava semplicemente I.T.I.P. (istituto Tecnico Industriale Provinciale). Detto fatto. Il primo ottobre entrava in classe in via Caula, nella ex sede O.N.M.I.
Furono anni molto belli e ricchi di esperienze che segnarono la sua vita. Tra l'altro, assieme ai suoi compagni di scuola, contribuì a conferire ad essa il nome ENRICO FERMI, tramite un concorso bandito sul giornalino scolastico.
La chimica lo appassionava sempre più, man mano che la studiava, così giunse al diploma, conseguendo un ottimo risultato finale.
I gestori della scuola (la Provincia) gli offrirono di rimanere all'interno di essa come assistente di laboratorio.
Accettò e nel contempo si iscrisse alla facoltà di Chimica dell'Università di Modena, per proseguire gli studi in quel campo che tanto lo affascinava. Arrivò la laurea a pieni voti nel 1969 e, dopo aver assolto agli obblighi di leva, ritornò ad insegnare al Fermi come laureato.
Continuò così la frequentazione di quell'ambiente che lo aveva visto entrare ragazzino, un po' timoroso, e nel quale ora poteva cercare di trasmettere ad altri il piacere di conoscere la chimica.
Seguirono tanti anni di insegnamento, con tante facce che si affacciavano via via a quella specializzazione. Insegnò per alcuni anni anche al corso serale, in un periodo in cui i lavoratori−studenti erano davvero motivati e, pur di superare le difficoltà, si trovavano assieme a ripassare anche la domenica mattina.
Dopo qualche anno, per il nostro protagonista venne il giorno del matrimonio. Quando, in seguito, gli nacque un figlio maschio, gli piacque chiamarlo Enrico. Chissà perché!?! Gli anni passavano, ma non la motivazione ad operare con impegno nei confronti degli studenti, ben coadiuvato dall'opera degli altri insegnanti.
Forse non tutti i colleghi si rendevano conto del grande attaccamento al Fermi di questa persona, ormai con i primi capelli grigi.
Pochi sapevano che vi aveva messo piede in calzoncini corti e non l'aveva più lasciato. Così il "nostro amico" incontrava annualmente gli studenti di terza media e di seconda superiore ed illustrava loro le caratteristiche del corso di chimica del Fermi.
Aveva la presunzione di riuscire a trasmettere agli altri il suo attaccamento a quella scuola ed a quella specializzazione. Molte volte ci riusciva perché non era raro che suoi ex studenti gli esprimessero gratitudine quando lo venivano a trovare a scuola o lo incontravano casualmente per la strada.
Non sorprende quindi se egli partecipò con entusiasmo all'organizzazione dei festeggiamenti per il 25', il 35', il 40' anniversario del "suo" istituto Fermi.
E siamo così arrivati al 1997. Un lungo percorso è stato compiuto. Il protagonista della nostra storia sente di aver ormai dato il meglio di sé e, prima che le avvisaglie di piccoli acciacchi possano divenire ostacoli al pieno espletamento del suo impegno scolastico, cede il testimone e va in pensione. Ciņ avviene senza clamori. Niente medaglie, niente ringraziamenti formali per l'opera prestata, niente scene toccanti di distacco.
D'altra parte è giusto che sia cosi. La marea di sensazioni, di ricordi, di momenti lieti o meno lieti vissuti in una vita trascorsa al Fermi sono un patrimonio incancellabile dalla mente di chiunque.
Questo "grande avvenire dietro le spalle" rimarrà in lui, inattaccabile a qualsiasi tentativo di "staccare la spina" o di premere l'interruttore OFF.
È invece doveroso, da parte sua, un ringraziamento a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, sono stati i co−interpreti di questa meravigliosa favola.


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