L'ANNO DEL THE CUBANO

Mario Bergami
(insegnante)

Mah! lo sono un uomo senza passato, in tutta la mia vita sono sempre vissuto nel quotidiano, a parte qualche escursione nel futuro (ma solo quando ero più giovane); in altri termini non ho una gran memoria di ciò che è stato. Tuttavia dalle profondità degli anni emerge con forza un personaggio che, ai miei occhi, appare come una figura mitica: sto parlando del custode Bedogni.
Bedogni era un uomo che ogni giorno passava almeno 18 ore nell'atrio e nei corridoi, seguiva con affetto e interesse tutti gli studenti, parlava con loro e si accorgeva dei problemi, grandi o piccoli, che via via nascevano o morivano. Il suo era un continuo lavoro di raccordo o di mediazione fra studenti e insegnanti, e, se proprio doveva scegliere, era comunque dalla parte dei giovani.
Il suo essere di parte non era però passivo o acritico, ma nel momento in cui si schierava cominciava anche un lavoro, basato sulla discussione e sul convincimento, per ottenere dallo studente un impegno diverso e più consapevole non solo nello studio, ma anche nella vita, diciamo cosi, civile.
Per gli studenti era anche disposto a fare "strappi" alle "vigenti disposizioni".
In certe occasioni di "verifiche formali" riusciva a riunire piccoli gruppi di consulenti che faceva lavorare al fine di portare concreti aiuti ai poveri bambini impegnatissimi a buttare sul foglio risposte a quesiti che apparivano complessi: si ricordano ancora storie di panini "imbottiti", ma sicuramente si tratta di una "leggenda metropolitana".
Un'altra sua preoccupazione era costituita dalle Commissioni d'esame: ad esse dedicava un'attenzione tutta particolare.
Per prima cosa cercava di capire chi fossero i componenti, a che cosa erano sensibili, poi entrava decisamente in azione, cercando di conquistarseli.
Ricordo ancora bene quell'anno del "The cubano": eravamo in luglio, esami, un caldo tremendo e alcune persone che non disprezzano un buon bicchiere di vinello fresco di cantina.
Era però certo che il decoro proibiva di presentarsi apertamente con bottiglie di "Soave" ben fresco ed ecco allora che il liquido si trasforma in ottimo the, proveniente ovviamente da un'isola, ben collocata a sinistra, che sicuramente era molto più consono alla situazione e all'attività culturale di quei momenti.
E tutto andò bene, almeno quell'anno: ma sicuramente il merito va ai giovani studiosi di quelle classi quinte e non al "The cubano".

Bandiera di Cuba