BOZZA Di PROPOSTA SULLA GESTIONE SOCIALE DELL' I.T.I. PROVINCIALE E. FERMI di MODENA

BOZZA Di PROPOSTA SULLA GESTIONE SOCIALE DELL' I.T.I. PROVINCIALE E. FERMI di MODENA
(fatta dalla Amministrazione Provinciale di Modena)

Visto l'articolo 3 del regolamento speciale organico dell' I.T.I. provinciale "E. Fermi" di Modena il quale recita: "apposito regolamento interno dell'Istituto stabilisce forme e modi di iniziativa e partecipazione democratica, degli insegnanti, degli studenti e dei genitori alla vita e al governo della scuola."
Considerata la situazione di grave crisi che investe da anni la scuola italiana e la necessità di una profonda trasformazione nelle strutture, nei metodi, nei contenuti, nella organizzazione interna e nel collegamento con la società, oltre che nel ruolo che l'istituzione scolastica stessa svolge nel meccanismo dei rapporti socio economici, nella formazione culturale civile e umana dei cittadini.
Ritenuta la esigenza che il dibattito e le proposte volte al superamento di tale crisi, nonché gli obiettivi di riforma e di trasformazione verso i quali ci si muove non debbono essere patrimonio e competenza esclusiva delle autorità scolastiche, ma esigono, dato anche il carattere di massa e di servizio sociale che oggi la scuola presenta, il contributo oltre che delle forze interne, anche di quelle componenti extrascolastiche che sono interessate ad un profondo rinnovamento della istituzione scolastica e possono garantire il necessario collegamento con la società civile e i suoi problemi.
Ritenuta, quindi, l'opportunità di avviare concretamente, laddove ne esistano le condizioni, esperienze di gestione nuova e più democratica della scuola, coi contributo della forze interne ed esterne interessate.

Ritenuta la necessità di una maggiore partecipazione dell'Ente locale, in particolare dell'Amministrazione Provinciale alla direzione dell'ITIP E. Fermi, da essa creato e gestito, nonché alle scelte e alla soluzione dei problemi di politica effettivamente democratica e non corporativa della scuola.

Tutto ciò premesso, l'Amministrazione Provinciale propone una gestione sociale e collegiale dell'ITIP E. FERMI attraverso la graduale costituzione di un Consiglio di Direzione cosi composto: La presenza delle Confederazioni Sindacali si rende estremamente opportuna in relazione al loro impegno, come organizzazioni di massa dei lavoratori, sia sui grandi temi della riforma della scuola, del diritto allo studio, della gratuità, sia sui temi più specifici degli sbocchi professionali, della disoccupazione e dequalificazione dei tecnici, dei lavoratori−studenti, ai quali si è recentemente aperta l'iniziativa del Fermi. Il Consiglio di Direzione proposto ha bisogno inoltre della presenza e del contributo degli studenti e dei genitori. Si tratta di vedere se, in quali forme e con quali obiettivi queste forze intendono partecipare all'organismo in parola e come creare le condizioni per far maturare tale partecipazione.
I genitori, la cui presenza nell'istituto ha avuto momenti di dibattito vivo e stimolante, ma è mancata di continuità e non si è creato un rapporto permanente con gli studenti, insegnanti e la vita della scuola, sono invitati a potenziare e a valorizzare la loro assemblea, per affrontare i problemi generali e specifici della scuola, maturare gli orientamenti e verificare autonomamente le condizioni, la possibilità e la volontà di un loro intervento attivo nella vita della scuola, fino ad arrivare eventualmente ad una partecipazione al Consiglio di Direzione.

Il Consiglio di Direzione dell'istituto è presieduto dall'assessore alla P.I. della Amministrazione Provinciale.
Il Consiglio stesso viene di regola convocato ogni 15 giorni, salvo la possibilità di convocarlo su richiesta dell'Assessore o del Preside dell'istituto o di almeno un terzo dei componenti il Consiglio ogni qualvolta i problemi concreti o le situazioni lo richiedano.
Il Consiglio in parola ha il compito di esaminare e di decidere le linee fondamentali e gli indirizzi dell'istituto in ordine alle attività didattiche e culturali, alla qualificazione degli insegnanti e alla sperimentazione scientifica. il Consiglio di Direzione dell'istituto cura i rapporti con gli altri organismi della scuola quali l'assemblea degli insegnanti, degli studenti e dei genitori, e subito dopo il suo insediamento, provvede a preparare una bozza di regolamento interno dell'istituto da discutere con le assemblee degli insegnanti, studenti e genitori.
Il Preside dell'istituto rappresenta giuridicamente la scuola di fronte alle autorità scolastiche e non scolastiche, il suo compito è quello di dirigere insieme al Consiglio di Presidenza la scuola affrontandone i problemi sulla base delle scelte e degli orientamenti emersi dal Consiglio di Direzione, di cui coordina e unifica il lavoro a livello esecutivo.
Le funzioni di Preside vengono esercitate da un insegnante dell'Istituto, incaricato annualmente a tale funzione dal Consiglio Provinciale e conseguentemente liberato da una parte delle ore di insegnamento.

Le proposte formulate sono da intendersi come un tentativo di sperimentazione di forme nuove e più democratiche di direzione della scuola.
L'Amministrazione Provinciale si riserva pertanto alla fine dell'anno scolastico 1970/1971 di promuovere un esame ed un dibattito sull'esperienza svolta per trarne le utili indicazioni per uno sviluppo o trasformazione di tale organismo direttivo.