Documento degli studenti medi modenesi

DOCUMENTO DEGLI STUDENTI MEDI MODENESI

Gli studenti hanno scoperto il disagio della loro condizione all'interno dell'attuale struttura scolastica e sono scesi in lotta contro l'autoritarismo che si avverte immediatamente sulla propria pelle e che è funzionale a prepararli all'inserimento in un'altra struttura altrettanto autoritaria quale é quella degli attuali rapporti della società. Già l'anno scorso gli studenti medi erano scesi in lotta, ma lo sciopero del 13 marzo non ebbe seguito proprio perché la mobilitazione degli studenti si era creata su parole d'ordine molto generiche, astratte, non sostenute da un'analisi approfondita dell'autoritarismo e delle sue funzioni e anche perché non ci fu la comunicazione di tutti gli Istituti. La stessa occupazione del FERMI che ha permesso questa analisi delle varie forme autoritarie della Scuola, e della destinazione sociale dello studente rimase un fatto isolato. Proprio per questa debolezza l'intervento paternalistico delle Autorità Scolastiche (Provveditore e Presidi ) ebbe grande spazio, tanto che bastavano alcune piccole concessioni, istituto per istituto, per dividere il Movimento. Ma l'esposizione di lotta in tutte le città italiane degli Studenti medi dimostra che la manovra riformista (che non risolveva né il problema delle maggiori autonomie degli Studenti all'interno di ogni singolo Istituto né, tanto meno, quello della loro destinazione sociale una volta inseriti nel mondo del lavoro) è fallita. Un passo avanti per quello che riguarda la chiarezza degli obiettivi, l'unificazione degli studenti e la massificazione della lotta è rappresentato dalla richiesta dell'Assemblea durante le ore di lezione, come primo momento di potere studentesco, che toglie spazio alla struttura generica della Scuola.
Che cos'è allora l'assemblea? Le istituzioni scolastiche non le fanno gli studenti e nemmeno i programmi di studio. L'aspetto preponderante è quello di disciplinare in modo autoritario l'imposizione agli studenti di quei programmi che sono gli schemi culturali di chi controlla già gli attuali rapporti sociali.
L'Assemblea durante le ore di lezione non significa la riduzione di un insegnamento che ci abitua al consenso passivo. Quindi per noi l'assemblea é un momento d'unione, un momento di informazione, un momento di contro potere degli studenti.
L'Assemblea, però; deve trovare spazio nelle ore di lezione anche per mettere tutti gli Studenti nella possibilità di parteciparvi. Per quanto riguarda la partecipazione di elementi estranei alla Scuola (altri studenti e operai), deve essere l'assemblea a decidere in meglio, in quanto solo essa è sovrana; per quanto riguarda la partecipazione della Autorità Scolastica (Presidi e professori), pensiamo che essa possa intervenire solo se invitata e solo se si spoglia della funzione che esplica nella Scuola tradizionale. L'Assemblea viene convocata quando gli Studenti lo ritengono opportuno. L'Assemblea intorno a cui la lotta degli studenti medi si è unificata deve essere la prima conquista.
La lotta iniziata giovedì 14/11/68 si è protratta per cinque giorni, ed è stata una lotta di massa. Il fatto più importante è stata la dimostrazione della grande disponibilità alla lotta degli studenti, la progressiva presa di coscienza di fronte alla risposta violenta della polizia e alle risposte drasticamente negative del provveditore, l'affacciarsi dell'esigenza di dare dei contenuti, maggiormente approfonditi ad una lotta che si prospetta a lunga scadenza individuandoli e specificandoli nel rapporto scuola−società. La lotta degli studenti non si è espressa soltanto sotto forma di sciopero e di manifestazione, ma è cresciuta qualitativamente indirizzando la diserzione dalle lezioni verso una unica sede scolastica, l'ENRICO FERMI, per approfondire e articolare quell'esigenza. Per questo il comitato studentesco intende porsi, al di là di situazioni particolari all'interno dei singoli istituti, come forza unitaria. In questi giorni il lavoro degli studenti si è articolato in quattro direzioni.
Per quanto riguarda l'analisi dell'autoritarismo, essa è stata approfondita nelle varie forme in cui la struttura repressiva della scuola si esplica: funzione dell'insegnante, funzione del libretto delle giustificazioni, dell'esame, dell'interrogazione, ecc... Inoltre si è individuato che l'autoritarismo nella scuola è il riflesso di una società autoritaria. Per la destinazione dello studente, si è discusso dei problemi che interessano lo studente dopo la scuola. Si è constatato che le prospettive dello studente diplomato sono: disoccupazione dequalificazione, (lo studente diplomato è costretto a compiere un lavoro di livello inferiore rispetto alla qualificazione che gli spetterebbe considerando il titolo di studio, cosa che si riflette anche sul salario). Infine, l'iscrizione è prospettiva negata alla maggioranza. L'esigenza del collegamento studenti−operai è stata avvertita da quegli studenti che hanno riconosciuto nello studente una forza lavoro in rapporto ai bisogni del processo produttivo. Per esempio si è parlato dei periti tecnici che saranno impiegati nella fabbrica come tempisti, allenatori, capi reparto; del liceale che sarà impiegato per organizzare il consenso e la cooperazione dei dipendenti intorno alla programmazione aziendale. La direzione del movimento studentesco deve essere interna ad esso. Questa è la posizione politica più corretta del movimento, perché solo all'interno si conoscono i rapporti di forza, le situazioni particolari e si possono stabilire gli obiettivi che tengono unito, il movimento stesso. Questo dimostra che il movimento studentesco è unito e differenziato nello stesso tempo. È unito perché nasce da una situazione comune degli studenti, è differenziato per gruppi di lavoro, di interesse, di ricerche che non si escludono reciprocamente, ma che costituiscono nel loro insieme la dinamica interna del movimento stesso, la sua articolazione che tende a coprire tutti i livelli in cui lo studente si trova ad operare. Il movimento stabilisce forme di lotta differenziate ed uniche insieme. Tutte le forme di lotta sono valide quando sono impostate con l'intenzione di rovesciare i rapporti di forza tra autorità scolastiche e studenti a favore di questi ultimi, e i rapporti di forza tra avanguardie studentesche e masse non ancora sensibilizzate a favore di queste avanguardie. Su questa linea il movimento studentesco medio modenese continua la lotta.
Modena, 18 Novembre 1968
Ciclostilato presso l'Università

Immagine di Modena