Fatti e protagonisti
La valutazione e la verifica nel corso serale
Fin dagli inizi del corso serale si è fatta una distinzione tra valutazione e verifica che si rivela sempre più giusta, ma che deve essere continuamente approfondita e chiarita per applicarla alla situazione concreta.
Ad un primo approccio si può intendere per valutazione un giudizio di merito sul lavoratore studente che arriva poi ad una conclusione del tipo: "Bene, continua così" o del tipo: "Così, non puoi andare avanti". Ora, sulla valutazione riteniamo che siano stati individuati due principi da cui non si torna indietro:
- 1) il giudizio non può basarsi sulla maggiore o minore conoscenza della materia, ma sulla presenza, l'impegno e la crescita relativa;
- 2) il giudizio non può essere pronunciato dal solo insegnante.
Abbandonare questi principi significherebbe dimenticare:
- 1) che i motivi per cui uno apprende di più o di meno dipendono spesso da fattori che non sono né la volontà né l’intelligenza dell'individuo, ma derivano dalla sua storia e dalla sua situazione personale e che quindi la scuola ha innanzitutto il dovere di restituire alla persona le possibilità che le sono state tolte concretamente dall'ingiustizia o dalla ineguaglianza sociale;
- 2) significherebbe attribuire all'insegnante un ruolo che non deve e una capacità che non può avere: quello cioè di dare concretamente un giudizio su una persona della cui realtà conosce soltanto il 10%.
Per verifica si può intendere invece quel momento dell'insegnamento−apprendimento in cui il lavoratore− studente, la classe, e l'insegnante provano concretamente a vedere se ciò che è stato studiato e spiegato è stato veramente capito. Generalmente la prova che uno ha capito qualcosa è quando riesce a spiegarlo con parole sue o ad applicarlo ad esempi diversi da quelli presi in considerazione. Anche la verifica deve essere fatta in maniera corretta e cioè: a) non fiscale; b)in maniera e a livelli diversi. Si tratta di mettere il lavoratore studente nelle condizioni più favorevoli perchè possa esprimersi con serenità e tranquillità: quindi la verifica non è l'interrogazione e il compito in classe finalizzati al giudizio, ma è il colloquio tra persone uguali, è l'esercitazione in cui la cosa più importante non è non fare nessun errore, ma individuare dove sono le difficoltà e capire quali sono gli aspetti essenziali della questione.
E chiaro che non si può accettare che la valutazione diventi il metodo per giustificare tutto e tutti, insegnanti compresi. Sarà dunque bene cercare di individuare un metodo rigoroso di comportamento sia per gli insegnanti che per i lavoratori − studenti.
Noi proponiamo questo:
- 1) È assolutamente necessario che venga. fatta la verifica. Non deve succedere che gli insegnanti non sappiano dire di ogni singolo studente se sta progredendo o no. Un conto è essere fiscali un altro abdicare alle proprie responsabilità di insegnanti rinunciando a rendersi conto delle difficoltà dell'individuo nell'apprendimento. I lavoratori−studenti devono esigere che la verifica venga fatta e devono far presente continuamente all'insegnante quando a loro parere la classe o l'individuo stesso non riesce. E quindi necessario che le lezioni non siano né una continua discussione, né una continua spiegazione, ma abbiamo numerosi momenti di gruppo di studio, di esercizi, e di esposizione da parte dei singoli.
- 2) Il risultato della verifica deve essere registrato e comunicato chiaramente e onestamente agli interessati. Se no si cade nel paternalismo o negli equivoci che fanno cadere le persone dalle nuvole quando alla fine del quadrimestre l'insegnante esprime perplessità sui loro progressi.
- 3) La verifica fatta dall'insegnante singolo deve confrontarsi con quella degli altri insegnanti e con quella degli studenti stessi per arrivare a determinare se non sia il metodo di insegnamento responsabile dello scarso apprendimento.
- 4) Può capitare che nelle materie con minor numero di ore non ci sia la possibilità di una verifica ampia. In tal caso si dovrebbero trovare momenti di esercizi applicativi comuni con le altre materie. Per questo è estremamente necessario un rapporto costante tra gli insegnanti.
- 5) La verifica fatta coscienziosamente può costituire un'indicazione anche per formulare le valutazioni basate sull'impegno. Una volta infatti individuate le lacune occorrerà discutere sulle cause delle carenze riscontrate. Le carenze dovute a mancanza di preparazione culturale di base dovranno essere affrontate con lavori di recupero impegnando tutta la classe nell'aiuto reciproco.
- 6) Per quanto riguarda i giudizi finali di quadrimestre o di fine anno sarà bene ricordare che il fatto che la valutazione si fonda sui criteri suddetti, non significa che non esiste nessuna valutazione. Non possiamo permettere che il corso serale divenga una "scuola allegra". Quindi deve essere previsto − e applicato − anche un giudizio negativo che metta le singole persone di fronte alla propria responsabilità.
- 7) Può capitare il caso della persona particolarmente negata per una o più materia. Purtroppo ci si trova ancora nella situazione − a causa della mancata riforma della scuola − di non poter valorizzare le doti e gli interessi specifici degli studenti. Crediamo però di non poter escludere dalla scuola persone impegnate ed interessate ad un discorso di cultura solo perchè la loro capacità e i loro interessi sono orientati diversamente. Può darsi che qualcuno non possa divenire mai un buon perito elettronico o chimico, ma questa non è una ragione sufficiente per mandarlo via.
- 8) Ultimo punto da tenere ben presente è la necessità che sopratutto i giudizi finali siano formulati collegialmente dagli insegnanti insieme alla classe analizzando i risultati ottenuti e i dati oggettivi delle presenze, del lavoro svolto ecc.
(da documento elaborato nell'anno scolastico 1976−77)