IL FERMI NEGLI ULTIMI VENT'ANNI:
DALLE 7,30 ALLE 23,30 ORARIO CONTINUATO

Con lo spegnersi delle proteste studentesche, il definirsi della nuova struttura degli organi dirigenti, nel senso di un'effettiva partecipazione di tutte le componenti della scuola alla vita dell'istituto e l'apertura delle aule agli studenti−lavoratori, la scuola ha affrontato un ulteriore momento della propria vita, forte dell'esperienza maturata negli anni e consolidata dal continuo confronto con la società e le sue istanze più attente al mondo scolastico.
Quest'ultima fase della vita dell'istituto tecnico risulta più difficile da analizzare con un taglio storico, poiché sconfina direttamente nell'attualità e con i problemi che essa ci propone quotidianamente, problemi che investono la scuola italiana e le sue ragioni di esistere con una forza prima d'ora mai vista.
Tuttavia, pur consapevole dei pericoli insiti in una simile situazione, tenterò ugualmente di tracciare un bilancio, necessariamente cauto e parziale, della vasta attività svolta dal Fermi in questo periodo che, in modo spero efficace, definisco come gli anni della stabilità e dello sviluppo di questa scuola, nonostante i grandi problemi irrisolti della pubblica istruzione italiana.
Il senso e la misura di questa forte coerenza nelle linee di lavoro e nei criteri di organizzazione dello stesso può ben essere reso dalla ventennale permanenza in carica dell'attuale Preside dell'istituto Luciano Ronchetti e dalla presenza continuativa di un vasto numero di insegnanti qualificati e motivati a migliorare costantemente la qualità del loro lavoro, molti dei quali sono stati studenti del Fermi a loro volta.

Laboratorio di Chimica 1998

Laboratorio di Chimica 1998

La continuità delle idee ispiratrici e delle persone che le realizzano, con una sorta di trasmissione diretta del testimone dell'impegno, si evidenze come una delle caratteristiche di maggior rilievo per motivare la positività e la costruttività del lavoro educativo che viene svolto nelle aule, nella palestra, nei laboratori e persino nei corridoi tramite un contatto umano diretto capace di creare una situazione ambientale del tutto singolare.
Questa situazione coinvolge direttamente gli studenti che trovano nell'istituto un punto di riferimento sicuro e disponibile nei loro confronti ed interessa i genitori, a volte loro stessi ex studenti della scuola, impegnati concretamente a collaborare alla costruzione ed alla gestione di una scuola sempre più aperta, pulita, vivibile.
La stabilità del personale, l'attenzione concreta alla realtà cittadina e provinciale, l'interesse allo sviluppo qualitativo dell'insegnamento tecnico−professionale, il sostegno finanziario alla vita della scuola, pur nel rispetto dell'autonomia degli organi di governo interni all'istituto, costituiscono i cardini dell'insostituibile contributo che l'amministrazione Provinciale ha fornito negli anni, e continua a fornire oggi, tenendo fede ad un impegno preso nel lontano 1957.
Altrettanto stabile è il favore che le famiglie da un lato, e le aziende dall'altro, garantiscono alla scuola; le prime grazie alla scelta dell'istituto dove i loro figli realizzeranno la loro formazione tecnica e umana, che oggi li spinge in un numero sempre maggiore a proseguire gli studi all'università, le seconde grazie al costante gradimento coi quale accolgono gli studenti diplomati fra il loro personale.
La conoscenza della scuola e dei meccanismi che la governano, l'esperienza maturata nel lavoro educativo, la continuità della presenza fra i ragazzi nel concreto atto dell'insegnamento quotidiano, sempre simile e comunque sempre diverso, hanno permesso la consistenza della stabilità di gestione con lo sviluppo di proposte educative e formative nuove e mai effimere. Queste proposte educative trovavano, e trovano tuttora le loro radici nell'attività che l'istituto svolse negli anni precedenti, della quale costituiscono molto spesso uno sviluppo ideale e qualitativo. Per contestualizzare in modo appropriato il lavoro svolto al Fermi in questi ultimi vent'anni, occorre mettere in evidenza alcuni aspetti importanti dell'evoluzione generale della società italiana.
Il primo è rappresentato dalle gravi difficoltà incontrate dai diversi progetti di riforma della scuola superiore nell'ambito parlamentare. Dopo i provvedimenti del 1974 per trovare un nuovo avvenimento che riproponesse la scuola secondaria superiore all'attenzione del Governo e del Parlamento bisognava attendere sino al 1988, quando l'allora Ministro dell'istruzione Pubblica Giovanni Galloni aveva creato una Commissione per la riforma dei programmi d'insegnamento guidata da Beniamino Brocca.
La realizzazione dei primi concreti provvedimenti giungeva solamente con i primi anni '90 grazie all'introduzione dei nuovi programmi nella scuola superiore (i cosiddetti programmi "Brocca"),all'abolizione degli esami di riparazione a settembre ed alla conseguente necessità di elaborare i cardini di un sistema organizzato ed efficace di corsi di sostegno e di recupero.
Recentemente è stata approvata una legge sull'autonomia scolastica e la riforma degli esami di maturità, ora divenuti nuovamente "esami di Stato", mentre in questi mesi le due Camere sono impegnate a discutere la proposta ministeriale di riforma della scuola italiana nel suo complesso.
Risulta quindi evidente che da una fase di stazionarietà che ha occupato la fine degli anni '70 e tutto il decennio successivo, si è passati ad una seconda fase di riforma "strisciante", con aspetti di scarsa omogeneità nelle decisioni politiche, per giungere agli ultimissimi anni che hanno fatto registrare una vivace ripresa di attenzione nei confronti della scuola e la realizzazione dei primi concreti provvedimenti di legge.
Un secondo aspetto di rilevante importanza si era determinato a livello produttivo ed economico nazionale, poiché nel corso degli anni '80 il sistema industriale italiano aveva sensibilmente rallentato la sua evoluzione rispetto alla forte crescita del decennio precedente, denunciando in alcuni casi un vero e proprio indebolimento dei settori manifatturieri tipici del "made in ltaly".
Questo processo era il frutto di una più accentuata integrazione internazionale e di una maggiore competitività fra i sistemi economici anche in settori tradizionali, a causa della concorrenza dei paesi in via di sviluppo e dei paesi più industrializzati fra loro.
Gli effetti destrutturanti si erano fatti sentire in generale e comportarono: Questa complessa situazione aveva determinato anche nell'economia della nostra provincia effetti negativi sulla produzione e sull'occupazione e quindi anche sul futuro dei giovani che si affacciavano sul mercato del lavoro, ma aveva segnato anche la definitiva affermazione di una vera e propria "rivoluzione elettronica" che aveva le sue più evidenti espressioni nell'informatica e nell'automazione spinta dei processi produttivi, determinando le condizioni di un rinnovato interesse dei giovani per la specializzazione in elettronica, che da allora gode di un'incontrastata preferenza fra gli studenti che si iscrivono al Fermi.

Laboratorio di Chimica 1998

Laboratorio di Chimica 1998

Si iniziava a parlare di una società postindustriale, il terziario esplodeva, le fabbriche si "terziarizzavano", l'informatica e la robotica divenivano i motori propulsivi della ripresa economica e le conoscenze fondamentali in questi ambiti erano considerate dei requisiti indispensabili per riuscire a conquistare o a mantenere il posto di lavoro, per tentare di ottenere un miglioramento retributivo o nella scala delle mansioni lavorative.
A partire dai primi anni '90 il processo di terziarizzazione aveva assorbito risorse sempre più ingenti la cui produttività non era un fatto automatico, ma doveva essere assicurata da comportamenti coerenti degli operatori ed ancor oggi necessita di una visione politica di assieme che garantisca una giusta redistribuzione dei guadagni e dei costi.
Giacché nel nostro Paese la crescita del terziario si è legata ad una situazione di carenza di risorse, i margini di spreco vanno ridotti e i tempi di trasformazione devono essere accelerati, cosi che oggi molti dei problemi di sviluppo e di competitività dell'apparato produttivo dipendono dall'efficienza raggiunta dalle reti infrastrutturali che ne sostengono il quotidiano funzionamento e fra queste un ruolo fondamentale deve essere svolto dalla scuola. Un terzo aspetto di grande rilevanza nazionale, verificatosi a partire dalla seconda metà degli anni '80 per esaurirsi solo in questi anni, è stato l'arrivo alle scuole superiori degli effetti della denatalità, già consumatisi negli ordini di scuole precedenti.
L'istruzione superiore nazionale, ha cosi dovuto confrontarsi con i prodotti di un'ipertrofia quantitativa completamente slegata da un paragonabile sviluppo qualitativo, nell'assenza di un progetto globale di revisione delle proprie ragioni di esistenza e di relazione con la società.
Alla scomparsa di intere sezioni, al ridimensionamento del numero degli insegnanti, alla crisi generale degli schemi di funzionamento interno le scuole hanno reagito con la diffusione capillare delle "sperimentazioni", previste dal sistema scolastico e a volte promosse dal Ministero stesso, ma spesso utilizzate come un modo per ottenere nuove iscrizioni, tamponando cosė gli effetti della crisi in atto e creando una situazione di concorrenza fra istituti superiori, una sorta di "lotta per la sopravvivenza". Infine risulta estremamente importante sottolineare come l'immobilismo delle autorità scolastiche e la modificata collocazione della scuola italiana nell'ambito della società nazionale, e nei confronti del mondo economico e produttivo in particolare, abbiano determinato un mutamento nella valutazione che il pubblico ha della scuola, mettendo in discussione il suo ruolo di centralità nel sistema della formazione.
Oggi esiste una sorta di sistema selvaggio delle proposte formative che passano tramite i corsi extra-scolastici di vario genere, le attività culturali come mostre, musei, convegni e finiscono con il coincidere con il sistema dell'informazione vera e propria (giornali, settimanali, radio, televisione soprattutto).
Si genera cosė una ridondanza di messaggi con le relative interferenze incontrollabili e la conseguente difficoltà di accedere alle nuove e disordinate iniziative di formazione per la parte più indifesa dell'utenza, sia per carenza dei mezzi economici che dei mezzi culturali necessari a distinguere e a saper utilizzare efficacemente quanto viene proposto ed appreso. Rispetto a questa situazione generale della scuola secondaria superiore italiana, il Fermi non ha potuto (e non può tuttora) che condividere la situazione di disagio strettamente connessa alla mancanza di scelte ministeriali che hanno caratterizzato tutto il decennio '80 ed alla conseguente marginalizzazione educativa e culturale cui la scuola è stata sottoposta.
In un primo tempo la strategia dell'istituto ha continuato ad essere quella della ricerca dell'omologazione alla scuola statale, strategia da sempre seguita anche in passato, ma accentuata nel decennio 1976/86 nella speranza di poter accedere alla statizzazione che la prossima riforma, in un qualche modo, avrebbe dovuto rendere possibile.
Per inciso, risulta senz'altro utile rilevare come a questo punto della vicenda in Consiglio Provinciale le discussioni relative al Fermi perdano molti degli aspetti polemici che le avevano caratterizzate sino a quel momento, costituendo per l'istituto un vero e proprio momento di svolta, il passaggio ad una fase meno conflittuale e più unanimemente costruttiva.
Cosė il Fermi ha deciso di abbandonare la gestione sociale della scuola e di adottare gli stessi organismi di rappresentanza utilizzati nelle scuole statali, di reclutare gli insegnanti attraverso le graduatorie redatte dal Provveditorato agli studi, di adottare i programmi della sperimentazione Ambra per l'elettronica e Deuterio per la Chimica, entrambi elaborati e proposti da apposite Commissioni ministeriali di studio (a.s. 1985/86) e negli anni successivi i programmi "Brocca" per il biennio ed il triennio.
Coi passare degli anni e l'allontanarsi della realizzabilità in tempi brevi di un'organica riforma della scuola, e quindi anche della statizzazione, il Fermi ha ripreso a guardare al proprio futuro in modo diverso, accentuando l'attenzione sulla qualità del servizio che offre ai giovani in particolare ed alla società modenese in generale.
Nel corso degli anni '90 la Provincia di Modena ha ripreso con maggior decisione ad investire sulla scuola, ad esempio fornendola di un impianto di sicurezza completamente a norma, ma soprattutto finanziando una completa ristrutturazione ed un complessivo riammodernamento dei laboratori di elettronica, prima, e poi di chimica.
Dal canto sua la scuola, energicamente guidata dal Preside, ha dato vita ad una reale apertura nei confronti della società, che ha visto l'istituto rendersi disponibile alle esigenze della comunità in materia di formazione e di educazione in senso lato dalle 7,30 del mattino alle 23,30 di sera.
Alla stabilità dei corsi mattutini e pomeridiani, che sono regolarmente continuati nel corso degli anni in esame, senza alcun calo nelle iscrizioni pur in presenza del già ricordato decremento demografico, ha corrisposto l'aumento quantitativo e qualitativo dei corsi serali per i lavoratori studenti che, in questi ultimi anni, però, stanno mostrando segni di crescente stanchezza.

L'ultima fermata nello spettacolo L'uomo del destino − Teatro Storchi, 27 Aprile 1998

L'ultima fermata nello spettacolo L'uomo del destino − Teatro Storchi, 27 Aprile 1998

Nell'orario pomeridiano la scuola ha ospitato anche i tradizionali corsi di sostegno e di recupero per gli allievi in difficoltà nel corso dell'anno scolastico, poi divenuti una sorta di obbligo per tutte le scuole in seguito alla già ricordata abolizione degli esami di riparazione.
Nel 1978, su proposta dell'Azienda Municipalizzata del Comune di Modena è stato organizzato presso l'istituto un corso di aggiornamento culturale e professionale per gli impiegati addetti ai terminali dell'azienda e da allora le iniziative di aggiornamento sulle nuove tecnologie, dirette ai ragazzi appena diplomati o a chi già è inserito nel mondo del lavoro, sono divenute un aspetto pressoché costante dell'attività della scuola.
Nel corso degli anni'80 a questi corsi post−diploma a orientamento tecnico sono affiancati i corsi di cultura informatica e di lingua straniera, d'inglese soprattutto, che hanno ottenuto un vasto consenso tuttora immutato.
Inoltre per gli studenti della scuola dimostratisi meritevoli ed interessati è stato possibile partecipare a stages di lavoro presso le aziende che, via via, si sono rese disponibili.
Negli ultimi anni Ottanta e nei primi anni '90 la scuola è rimasta aperta alla fruizione degli studenti anche nel corso del periodo estivo, quando si sono tenuti dei corsi di preparazione per gli allievi rimandati agli esami di settembre; ovviamente con l'abolizione degli stessi è caduta anche questa iniziativa.
Per gli studenti in difficoltà la scuola ha organizzato anche uno sportello di consulenza, curato dal prof. Giordano Riccò, al quale è possibile rivolgersi per ottenere indicazioni pratiche sul metodo di studio più adatto da utilizzare, sui rapporti da creare con i compagni e gli insegnanti e per altri eventuali problemi di ambientamento nella scuola.
Fra le attività che testimoniano la forte apertura verso il mondo esterno non bisogna dimenticare la partecipazione della scuola ad alcune occasioni di scambi culturali con istituti scolastici superiori di altre nazioni europee.
Dal 1993 funziona stabilmente nell'istituto un gruppo teatrale di studenti, coordinato da insegnanti, che prepara annualmente una rappresentazione e costituisce un momento di aggregazione e di crescita individuale estremamente stimolante per i ragazzi di ogni fascia d'età. Anche l'attività sportiva svolta all'interno della scuola ha visto una forte evoluzione nel corso di questi vent'anni, arricchendo una solida tradizione sportiva con nuove vittorie nelle principali gare di atletica leggera riservate agli studenti; inoltre dal 1985 è iniziata anche un'intensa attività scacchistica che ha fruttato all'istituto ed ai suoi studenti diversi premi e molti riconoscimenti locali e nazionali.
La disponibilità della scuola verso le sollecitazioni della società non è stata limitata alle sole attività didattiche in quanto tali, ma si è concretizzata anche con una forte disponibilità verso iniziative promosse da Enti diversi o realizzate in collaborazione con altre istituzioni o associazioni.
Quale esemplificazione pare rilevante la collaborazione durata per circa cinque anni con la vicina Casa Albergo per anziani, situata presso il Ramazzini, che ha comportato prima un servizio di accompagnamento da parte degli studenti, tutti volontari, degli anziani durante il servizio di trasporto, poi si è tramutata in una attività di assistenza degli ospiti in turni di sei o sette studenti, ovviamente volontari, per un'ora ogni due settimane coprendo l'intero arco settimanale dell'orario dalle 9 alle 10.
Altrettanto significativa è stata la partecipazione dell'istituto ad un concorso indetto dalla Confederazione delle Associazioni combattentistiche di Modena, rivolto espressamente al mondo della scuola, nel corso dell'anno scolastico 1982/83, contro la guerra, la violenza, il terrorismo e la droga, per la pace, il disarmo e la distensione fra i popoli. Insegnanti e studenti del Fermi hanno partecipato con interesse alle attività didattiche connesse con il concorso riuscendo ad ottenere un premio per il film realizzato dai ragazzi, e la segnalazione della giuria per altri due lavori: una ricerca sulla droga ed una rappresentazione teatrale.
L'elencazione, pur non esaustiva, delle principali attività del Fermi appena proposta può chiarire efficacemente in che modo la scuola ha operato in questi ultimi anni per riqualificare la sua proposta formativa, non solo garantendo una preparazione di tutto rispetto dal punto di vista tecnico−professionale agli studenti, ma consentendo loro una crescita ed una maturazione personale più approfondita con la proposizione di molteplici occasioni di confronto con il resto della società.
Oggi l'istituto E. Fermi si presenta alla cittadinanza modenese, dopo quarant'anni di vita, con un bagaglio di esperienza educativa, didattica, di formazione tecnica ed umana che lo rende un vero e proprio "caso di studio", tali e tanti sono i tratti peculiari che lo diversificano dalle altre istituzioni scolastiche cittadine e provinciali, compresi gli altri istituti tecnici industriali. Fra i tanti tratti che definiscono oggi l'istituto ritengo importante, in conclusione, sottolinearne uno, cioè la capacità dimostrata di dare anima e corpo a un nome, una sorta di manifesto in una sola parola, che genera suggestione e richiama l'idea di una scuola efficace, attenta alla preparazione degli studenti, immediatamente spendibile sia per il reperimento del lavoro che per il proseguimento degli studi all'università.